Revisione del legamento crociato anteriore

Negli Stati Uniti 250.000 persone ogni anno hanno una lesione del legamento crociato anteriore. A causa della sua natura il crociato anteriore deve essere riparato chirurgicamente per recuperare la stabilità del ginocchio. I risultati che sono stati riportati in letteratura sono buoni, con tassi di successo e ritorno allo stesso livello di attività tra il 75 e il 97%.

Uno dei più importanti registri internazionali riporta che il 4.1% dopo 5 anni dall’intervento va incontro ad un intervento di revisione della ricostruzione primaria per differenti cause. Questa percentuale è maggiore in pazienti più giovani di 20 anni (8.7%).

Una revisione del legamento può comunque avere ottimi risultati permettendo una ripresa funzionale del ginocchio e un ritorno allo sport allo stesso livello prima dell’intervento.

Le cause possono essere dovute ad un nuovo trauma o per cause biologiche (scarsa integrazione del trapianto tendineo o una insufficiente trasformazione del tendine in legamento). Altre cause possono essere anche errori di tecnica chirurgica (errato posizionamento del trapianto o dei tunnel ossei, mancato trattamento di lesioni associate).

L’intervento di revisione del crociato anteriore può essere eseguito sia in un unico stage o in due stage.

Asportazione di legamento sintetico durante un intervento di revisione

Tecnica ad uno stage

Per tecnica ad unico stage si intende che durante la stessa seduta operatoria viene prima rimosso il legamento precedente impiantato e successivamente viene fissato il nuovo legamento utilizzando frequentemente gli stessi tunnel ossei. Nella maggior parte dei casi questo tipo di tecnica viene utilizzata in pazienti con condizioni ottimali al fissaggio del nuovo legamento, tunnel ossei ben posizionati e non “allargati”.

Tecnica a due stage

La tecnica a due stage, invece, viene preferita in quei pazienti che per le caratteristiche cliniche e strutturali necessitano di due interventi. Le cause possono essere tante: malallineamenti degli arti inferiori, allargamenti eccessivi dei tunnel ossei precedenti eseguiti che dovranno essere borrati con materiale osseo, lesioni cartilaginee da trattare, presenza di infezione attive o artrosinoviti.

La Scelta del Trapianto

Come nelle ricostruzioni primarie, le possibilità sono l’utilizzo del tendine rotuleo o i tendini flessori del ginocchio (gracile e semitendinoso). Possono essere utilizzati anche tendini da donatore o sintetici. La scelta si basa anche sul tipo di trapianto utilizzato nella prima ricostruzione e qualora fosse necessario, il prelievo del tendine potrà essere effettuato sull’arto contro laterale.

Nella chirurgia di revisione del legamento crociato anteriore, si può rendere necessario anche un gesto chirurgico per il trattamento delle lesioni legamentose o malallineamenti dell’arto inferiore associate che se non trattate possono causare un ulteriore fallimento della ricostruzione del legamento crociato anteriore.

L’Anestesia

Come ogni intervento sarà necessaria un’anestesia che potrà essere loco regionale (spinale) o eventualmente generale. In media oltre il 99% degl’interventi vengono eseguiti in anestesia loco regionale. La decisione finale comunque, aspetta però all’Anestesista dopo il colloquio e una valutazione anamnestica e clinica del paziente.

I Rischi

Questo intervento comporta anche alcuni rischi che vengono prevenuti da una terapia antibiotica adeguata e una terapia con antitrombotici che inizia già durante la degenza. Quest’ultima viene seguita dal paziente anche dopo la dimissione del reparto per circa 6 settimane dall’intervento chirurgico. Un trattamento riabilitativo inadeguato o discontinuo, lesione cartilaginee a tutto spessore associate, fumo, sovrappeso sono fattori che influenzano negativamente il risultato dell’intervento.
Altre complicanze che possono accadere sono il fallimento della ricostruzione che può avvenire anche dopo l’utilizzo di una tecnica ottimale per un fallimento di integrazione biologica, il fallimento della fissazione, una lassità/instabilità residua, una rigidità articolare e il dolore.
Una inadeguata riabilitazione o un suo ritardo possono essere responsabili di un deficit dell’estensione o della flessione. Quindi per una buona riuscita dell’intervento sarà indispensabile seguire attentamente un programma di riabilitazione che verrà indicato dal chirurgo stesso.

Il Recupero

Dal giorno successivo all’intervento si può camminare con bastoni canadesi e carico parziale con ginocchiera . Gli esercizi riabilitativi dovranno essere iniziati il giorno successivo all’intervento. Il trattamento fisioterapico di kinesi passiva dovrà iniziare entro 2 settimane dall’intervento. Non si può guidare l’auto prima delle 4 settimane postoperatorie. Si può iniziare un lavoro di ufficio a 5-6 settimane, un lavoro in piedi in media a 2 mesi, un lavoro che necessità di sollevamento di carichi ed accovacciamenti almeno dopo 3 mesi l’intervento chirurgico. Dopo i 2 mesi post chirurgici potrà avvenire la ripresa della corsa e dopo un adeguato recupero muscolare la ripresa dell’attività sportiva (circa 6 mesi).